Il Progetto espositivo

Il progetto espositivo si pone come obiettivo la riscoperta e valorizzazione del patrimonio di lavoro artigianale di eccellenza rappresentato dalle genti di montagna nei secoli scorsi.
Una cultura del fare, in questo caso degli squerarioli, ovvero i costruttori di barche veneziane. Per molto tempo, anche negli stessi luoghi d'origine, si è dimenticato che uno dei mestieri, tra i tanti, degli zoldani, fu quello di creare gondole - mestiere in cui misero sapienza, esperienza, bravura e fantasia. Per questo è importante “riportare a casa” i modelli.
This project aims to rediscover and enhance the Heritage of excellent craftsmanship represented by mountain people in past centuries, especially by the boat builders of the Venetian lagoon - a trade in which they put all their knowledge, experience, skill and fantasy. This is why it is important to “bring the models home”.

Ormai non sono molti i ricordi, le testimonianze materiali, i riferimenti diretti all’antico mestiere di lavorare il ferro e fabbricare i chiodi, ma forte è il desiderio dell’intera comunità di raccontare la propria storia attraverso la memoria del passato, quello unito intimamente alla terra e ai luoghi. 
Da queste considerazioni nasce la forte determinazione dell’Amministrazione Comunale alla realizzazione del Museo, avvalendosi del contributo fondamentale della Fondazione Giovanni Angelini e dell’apporto iniziale del genio eclettico di Giuseppe Sebasta . 
Il progetto si inserisce in un percorso più vasto di approfondimento e studio di vari aspetti della cultura locale, che ha portato anche al recupero della fucina di Pralongo, una delle ultime importanti testimonianze materiali dell’attività febbrile zoldana. 
Molto è stato investito nella ricerca sul campo, che ha potuto avvalersi del contributo di precedenti campagne di studio. Fondamentale, inoltre, l’apporto della comunità stessa, che ha donato materiale e ha messo a disposizione i propri ricordi, le proprie storie personali e quelle collettive che appartengono ormai al paese. 
Rimangono comunque ancora vasti ambiti da studiare. 
E il Museo, oltre a conservare il patrimonio oggettuale, dovrà fungere da stimolo per valorizzare ulteriormente il territorio e la sua storia. 
L’augurio è che il Museo offra uno spunto per guardare con occhi diversi a questa vallata, riconoscendo le tracce del susseguirsi di generazioni di uomini e donne , che con la loro determinazione e abilità hanno potuto vivere in questi posti difficili, ma anche bellissimi.